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In genere, quando si pensa ad armi ex-ordinanza dalle grandi doti di precisione, solitamente si pensa subito al fucile 1903, ai vari Mosin-Nagant finlandesi o ai finissimi Mauser fatti per il Sud America ecc. Credo che a nessuno di noi verrebbe in mente un fucile anonimo e nemmeno troppo affascinante come il MAS 36. Probabilmente nessuno gli darebbe un centesimo in quel senso. Salvo poi doversi ricredere.

 

L’ARMA UTILIZZATA:

Quando un amico ne portò a casa uno, qualche mese fa - un fondo di armeria sporco e vissuto - non mi scatenò nessuna particolare aspettativa. Non insistetti certo per provarlo. Tuttavia, quando lui lo provò al poligono utilizzando munizioni commerciali (le PPU comprate appositamente per provarlo), rimase abbastanza sorpreso dal fatto che la rosata fosse decisamente più stretta di quella che era abituato a vedere con altri fucili già in suo possesso. Mi chiese se volessi provarlo io, giusto per valutare se fosse stato un caso o altro.

 

IL CALIBRO:

Il 7.5x55 francese è una sorta di via di mezzo tra il .308 Winchester e il 7.5x55 Swiss. Anch’esso usa palle diametro .308, le dimensioni del bossolo sono molto simili al calibro svizzero, mentre le dosi di caricamento si aggirano su una via di mezzo tra i due, al punto che per determinare le dosi da usare, data la pressoché mancanza di tabelle specifiche per il calibro, mi sono barcamenato tra le medie del primo e le minime del secondo.

 

LA PROVA:

Ho effettuato due cariche. Una “economica” e una con componentistica match:
in entrambe, non avendo ancora dies specifici per il calibro, mi sono adeguato usando i dies del 7.5 Swiss svitando di un giro o due la matrice full in modo da agire solo su 3/4 del colletto.

Ecco la “ricetta”:

  ECONOMICA MATCH
BOSSOLI PPU ricalibrati solo colletto                                  PPU ricalibrati solo colletto
PALLE Surplus Nato FMJBT 147 gn                                 

Hornady ELD Match 168 gn

POLVERE Fiocchi Frex Purple, 40.5 gn                                  

Vihtavuori N140, 44 gn

INNESCHI Fiocchi LR                                                      Murom Match LR

 

 

L’arma era stata pulita dalla precedente prova soltanto per asportazione dei residui carboniosi con una pezzuola bagnata di pulitore spray per freni a disco, senza quindi intaccare la ramatura della canna, fattore che ci garantisce una più stabile precisione fin dai primissimi tiri.

La prova è stata effettuata da seduti, tirando a 100 metri con il solo appoggio anteriore, aiutandoci a sostenere la pala del calcio con la mano sinistra. Bersaglio PL 25 quindi bull nero da 25 cm su sfondo bianco. Tecnica di mira classica, “pumpkin on the fence post”, ovvero mirando alla base del cerchio nero. Per garantire una condizione di stanchezza dell’occhio costante e non sfalsare la prova, spariamo un colpo di una carica e poi un colpo dell’altra, annotando i fori su un foglio nel caso le due cariche avessero punti di impatto simili. Tra un colpo e l’altro attendiamo il canonico minuto.

Inizio con la carica economica: rinculo gestibilissimo e bossolo bello pulito, indice che la carica è giusta di pressione. Il colpo finisce centrato ma al margine alto del bersaglio, in ogni caso stiamo sparando per far rosata quindi la cosa non ci interessa.

Ora è il turno della carica match: il rinculo della cartuccia a palla pesante è un pelo più percepibile, ma nulla di estremo. Il proiettile impatta leggermente più in basso dell’altra.

I successivi colpi finiscono tutti vicini, due con la carica economica finiscono fuori dal cartellone ma i restanti formano una rosata tutto sommato buona, diciamo che se avessero impattato più in basso non sarebbero usciti dal cerchio del 9, con molti fori ben raggruppati.

La carica match, invece, ha dato risultati sorprendenti. A parte un colpo, sbagliato per un mio errore grossolano, tutti i fori stanno grossomodo nell’area di una moneta da 2 euro. Se fossero stati centrati non sarebbero usciti dal cerchio del 10.

 

CONSIDERAZIONI FINALI SULL’ARMA:

Come fa un simile fucilino corto a possedere una precisione tale da non farlo sfigurare di fronte ad un M39 o uno Springfield 1903? A parer mio, a parte essere camerato per una ottima munizione, la carabina francese possiede degli organi di mira estremamente validi. Traguardando nel foro della diottra infatti, l’obiettivo va a collimarsi all’interno del cerchio del proteggi mirino che crea un effetto ottico che non ha nulla da invidiare a quello di una diottra da tiro. Questo permette una messa a fuoco ottimale del bersaglio senza stancare minimamente l’occhio, anche sparando per tempi prolungati. Il sistema di mira è, tuttavia, anche il principale handicap dell’arma, in quanto non avendo il mirino regolabile, correggere eventuali errori di deriva senza disporre del set di rampe in dotazione agli armieri da campo risulta difficilissimo se non impossibile.  Altri punti di forza dell’arma sono un grilletto con scatto molto buono e la volata ribassata di circa 1 cm. Questo accorgimento, pensato per favorire il lancio delle granate da fucile, ha come effetto secondario una minore esposizione del vivo di volata a danni e usura che potrebbero compromettere la precisione del fucile.

 

Le presenti prove sono state effettuate usando armi regolarmente bancate dal BNP, Co-Ex declina ogni responsabilità conseguenti all'emulazione di questi test.

 

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